Nato a Dazio, in Valtellina, nel 1916, nella sua vita Alfonso Vinci ha fatto di tutto: scalare montagne, combattere nella guerra partigiana, esplorare nuove terre, valicare la Cordigliera, inseguire tesori scomparsi sui manoscritti dei conquistadores, scrivere libri, cercare diamanti in Venezuela. Ma, mentre setacciava l' acqua giallastra della foresta alla ricerca del fatidico luccichio, annotava: "Io non vado in giro per cercare diamanti, ma cerco diamanti per potere andare in giro". Prima della grande stagione sudamericana, Vinci si era già distinto per alcune ragguardevoli imprese alpinistiche, fra cui lo spigolo che porta il suo nome sul Cengalo, uno dei colossi di granito della Val Masino.Ufficiale della Scuola Militare degli Alpini, insignito dal regime fascista con la medaglia al valore sportivo per le sue scalate, Vinci partecipò alla Resistenza sotto il nome di battaglia di Bill, il capo partigiano delle brigate Garibaldi della Valtellina al quale vengono attribuite numerose imprese. Finita la guerra, decise di imbarcarsi per il Sudamerica. Aveva in tasca due lauree conseguite all' università di Milano: una in Lettere e Filosofia, l' altra in Geologia. Inizialmente la sua sete di avventura si arenò negli archivi della Biblioteca Nacional de Caracas. Tuttavia, scovati i documenti dei conquistadores, iniziò una paziente caccia al tesoro, per ora solo filologica. Ma alla fine degli anni Quaranta, quando corse la voce che negli affluenti dell' Orinoco era cominciata una grande corsa all' oro e che qualcuno aveva addirittura trovato diamanti, non ebbe più pace e si unì alla folla di sbandati, disperati, avventurieri che si inoltravano nella foresta e setacciavano le preziose sabbie, lottando con serpenti, insetti velenosi, malattie, fame. Il suo occhio da geologo gli assicurò in breve una piccola fortuna, che, tornato in Italia, dilapidò in poco tempo. Ripartì allora per il Venezuela, dove fece il docente universitario e il consulente per le imprese minerarie, ma trovò anche il tempo di immergersi nella foresta amazzonica studiando i costumi degli Indios yanoama e scirisciana e di scalare le grandi montagne di oltre seimila metri di Venezuela, Perù, Colombia ed Ecuador. Morì quasi dimenticato nel 1992. ( da Franco Brevini, Alfonso Vinci, l'Indiana Jones della Valtellina, in "Corriere della Sera", 16 ottobre 2005 )
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December 12, 2010 | Edited by 79.0.196.33 | Added Photo and short biography |
December 12, 2010 | Edited by 79.0.196.33 | Added new photo |
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April 1, 2008 | Created by an anonymous user | initial import |